sabato 11 febbraio 2012

La storia della fotografia.

Il termine fotografia, dal greco antico ,luce) e scrittura o disegno, rappresenta la sintesi del processo ovvero "disegnare con la luce".
La fotografia è un processo per la registrazione permanente e statica di un'immagine, proiettata per mezzo di un sistema ottico su un elemento fotosensibile: emulsione chimica per la fotografia fotochimica, ovvero quella tradizionale dalle origini ai giorni nostri, sensore elettronico per la fotografia elettronica, oggidì digitale.
Con il termine fotografia si indicano tanto la tecnica quanto l'immagine ripresa e, per estensione, il supporto che la contiene.
L'estrema versatilità di questa tecnica ne ha consentito l'utilizzo nei campi più diversi delle attività umane, dalla ricerca scientifica all’intrattenimento, dalla pubblicità al giornalismo, fino a consacrarla come autentica forma d'arte.

Le origini della macchina fotografica.

Le origini delle press devono essere cercate fra le prime macchine a mano e da stativo costruite verso il 1880, quando la sensibilità delle lastre a secco rese possibile i primi scatti "a mano libera". Quasi in modo spontaneo queste prime fotocamere mantennero i movimenti di decentramento delle macchine da studio e da campagna limitandosi ad aggiungere un mirino a riflessione, un otturatore ed una scala graduata per focheggiare senza ricorrere al vetro smerigliato e solo verso il '900 iniziarono a spiccare le qualità necessarie per l'uso a mano sebbene i lenti tempi di scatto, conseguenti alla bassa sensibilità delle lastre, ne penalizzasse fortemente l'uso. Come evoluzione dei modelli preesistenti fu naturale che queste fotocamere avessero la forma di una scatola la cui parte frontale si ribaltava per trasformarsi in un supporto dotato di binari su cui far scorrere il sostegno dell'obiettivo. Su questo principio si svilupparono le fotocamere a lastra per i fotoamatori e i modelli professionali come l'ottima Sanderson Hand Camera costruita dal 1899 al 1939 da George Houghton & Son. Il passo da queste ultime alle press "a banco" fu breve: poichè fu solo migliorata la robustezza, la facilità di trasporto e di inquadratura.

Le prime macchine fotografiche digitali.
nel 1977 la prima macchina fotografica, la compatta Konica C35-AF viene messa in commercio.
L’onda lunga del boom per la fotografia si esaurisce nel 1982. La produzione giapponese scende, le vendite si riducono, la gente ed i giovani sono attratti da altro. Le crisi valutarie e la forza dello yen costringono i giapponesi a cercare nuovi sbocchi produttivi per restare competitivi. Ne consegue che la produzione delle fotocamere viene distribuita fra Taiwan, Corea, Cina, Thailandia e Malaysia.
Di colpo, la fotografia sembra vecchissima, come effettivamente è: occorre uno shock tecnologico per attrarre di nuovo l’attenzione del pubblico. E l’industria fa perno sulla reflex autofocus e lo still-video, cioè l’immagine elettronica. Nel 1985, la Minolta 7000 sconvolse realmente la concorrenza ed aprì un nuovo mercato. Da allora, molte cose sono cambiate ed i sistemi autofocus sono diventati davvero affidabili, velocissimi e, sempre più spesso, insostituibili anche per i professionisti. E con lo sviluppo dell’autofocus sono stati perfezionati i sistemi di misurazione dell’esposizione.
Intanto, la Kodak scopre di non essere più la corazzata d’un tempo come dimostra lo scarso successo del formato Disc che doveva sostituire il 110. Il sistema non offre una qualità sufficiente e poi, il 35mm, con le compatte dotate di flash, autofocus e motore, non lascia spazio ad altre proposte. Lo sforzo dell’industria del sensibile punta al miglioramento delle emulsioni delle pellicole, ed il balzo in avanti è formidabile.
Purtroppo la fotografia elettronica non si è sviluppata così rapidamente come si pensava. Nel 1996, mentre in commercio cominciano a giungere nelle vetrine le prime fotocamere digitali di prezzo medio, cinque case lanciano l’Advanced Photo System. Un sistema che mostra alcune novità, come la scelta del formato di stampa, ma che non è riuscito a superare una quota del 20% del mercato mondiale come previsto e che ormai è in declino, abbandonato da clienti e fabbricanti e compresso tra la forza del 35mm e la novità del digitale.
Con prezzi abbordabili e qualità nettamente migliorata, il digitale attira l’interesse di un mercato che è ormai avvezzo al computer e alle nuove tecnologie. Il fatto di poter scattare, vedere l’immagine sul piccolo monitor e poi stampare in casa delle copie a colori, è un argomento vincente. Nell’anno 2000, sono 10 milioni le fotocamere vendute. Ciò detto, il digitale non soppianterà la fotografia tradizionale. In primo luogo perché questa è fortemente radicata nella cultura e nelle abitudini della gente e perché esiste un sistema diffuso di servizi cui la gente è abituata e di cui è soddisfatta, ma anche perché è dalla pellicola che le case traggono i loro profitti. A metà 2001, nessun produttore (sono circa una trentina) può vantarsi di aver guadagnato nel settore delle fotocamere digitali.

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